"Spazio al benessere": una guida strategica per migliorare il Workplace Design
- Matteo Manzi
- 20 mar
- Tempo di lettura: 3 min

Il libro "Spazio al benessere" di Lucilla Malara e Donatella Mongera edito da Guerini Next rappresenta una lettura significativa per tutte le aziende che desiderano incrementare la produttività investendo sul benessere dei propri collaboratori attraverso il Biophilic & Restorative Design. Mettere al centro il benessere dei dipendenti, infatti, non si limita a migliorare la qualità della vita lavorativa, ma si traduce in concreti benefici economici, incrementando il ROI (Return On Investment) attraverso la riduzione dello stress, dell'assenteismo e l'aumento della motivazione e dell'efficienza operativa.
Ciò che mi ha particolarmente colpito è l'efficacia con cui le autrici hanno strutturato il testo: si parte da una definizione chiara e rigorosa dei concetti teorici—come l'evoluzione del concetto di benessere dal semplice bisogno di sicurezza fisica al più ampio concetto di well-being—per giungere alla descrizione pratica e dettagliata di un processo progettuale basato sui principi del Biophilic & Restorative Design, cosa non sempre presente nei manuali di settore. Vengono approfonditi temi cruciali come il comfort ambientale, lo stress socio-ambientale e la gestione degli stressori negli spazi di lavoro, mostrando come questi elementi influiscano direttamente sulla performance dei lavoratori.
Uno degli aspetti che ho apprezzato maggiormente è l'insistenza sull'approccio evidence-based, una metodologia che personalmente adotto nel mio lavoro e che ritengo fondamentale per garantire che ogni intervento sia fondato su dati concreti e risultati misurabili. Questa scelta metodologica permea tutto il testo, sottolineando l'importanza di interventi verificabili e oggettivamente efficaci.

Un'altra dimensione molto interessante e condivisibile affrontata nel libro riguarda la progettazione partecipata, metodo che coinvolge direttamente gli utilizzatori finali degli spazi durante l'intero processo progettuale. Benché non sempre diffusa nella pratica professionale, credo fermamente che la partecipazione attiva sia cruciale per garantire la reale rispondenza degli ambienti ai bisogni e alle aspettative delle persone che li vivranno. Diretta conseguenza di questo approccio è la particolare attenzione posta alla fase di Post-Occupancy Evaluation (POE), che, sebbene impegnativa dal punto di vista operativo, costituisce uno strumento indispensabile per verificare la validità e l'efficacia del progetto, permettendo di apportare correzioni e miglioramenti continui.

Un altro elemento fondamentale che condivido pienamente è il concetto di collaborazione e interdisciplinarietà tra le varie figure professionali coinvolte nella progettazione. Il libro evidenzia come i migliori risultati si ottengano proprio grazie all'integrazione di competenze diverse: architetti, designer, psicologi ambientali ed esperti di organizzazione aziendale devono lavorare insieme per creare spazi che siano non solo esteticamente gradevoli, ma anche realmente funzionali e favorevoli al benessere. È un aspetto che spesso viene trascurato, ma che può fare la differenza tra un progetto efficace e uno che, pur partendo da buone intenzioni, non riesce a rispondere pienamente alle esigenze di chi lo vive.
Un contributo originale e stimolante offerto dalle autrici è l'introduzione del concetto di nudging, o "spinta gentile", applicato alla progettazione degli ambienti di lavoro. Il nudging, sviluppato da Richard H. Thaler e Cass R. Sunstein, consiste nel modificare sottilmente l'ambiente per incoraggiare comportamenti desiderati senza imposizioni dirette. Personalmente, questo concetto mi ha incuriosito molto e mi ha motivato ad approfondire ulteriormente l'argomento attraverso il libro specifico di Thaler e Sunstein.

In conclusione, "Spazio al benessere" non è solo un manuale tecnico, ma rappresenta una guida strategica completa per aziende moderne che puntano alla sostenibilità economica, ambientale e umana dei propri ambienti lavorativi, offrendo strumenti rigorosi e scientificamente validati sottolineando con chiarezza come il Biophilic & Restorative Design possa trasformare il benessere dei dipendenti in un vantaggio competitivo duraturo.
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